Con Azimut, Jointly potenzia l’offerta di welfare integrato

Jointly con Azimut Digitech Fund e con il supporto della piattaforma d’innovazione Gellify rafforza il capitale e perfeziona l’acquisizione di Badacare, con gli advisor Benedetti Lorusso e Bizplace

Jointly potenzia la sua attenzione nella ricerca di soluzioni di cura e assistenza per le persone e le famiglie. Badacare, start up innovativa, ha raccolto 550 mila euro da Jointly e annuncia l’ingresso nel proprio capitale della società benefit leader di mercato nel welfare e wellbeing aziendale. Per Jointly si conferma l’attuale management che vede alla presidenza Anna Zattoni e Francesca Rizzi, come amministratore delegato, mentre nel nuovo consiglio di amministrazione entrano Gianluca Giovannetti direttore generale di Gellify in rappresentanza di Digitech e Luca Rancilio di Rancilio Cube.

L’operazione, seguita dal BLB Studio Legale e dall’advisor Bizplace, prevede un progressivo rafforzamento della partnership in un settore dove le tendenze demografiche e i servizi ad oggi esistenti rendono sempre più urgente un’offerta strutturata e di qualità. In Italia, infatti, un cittadino su 4 ha più di 65 anni (23,4%) e l’età media della popolazione è di 45,9 anni. Ma solo la metà (54%) delle persone tra i 60 e i 64 anni è in buona salute, un dato che diminuisce con l’avanzare dell’età: è il 42,6% nella fascia di età 65-74 anni e solo il 24% degli over 75 è ancora in buona salute.

Secondo i dati di Jointly meno del 15% della domanda di servizi per anziani e minori è infatti coperta dal pubblico. L’aumento di capitale servirà però a realizzare nel complesso il nuovo piano industriale che posiziona Jointly come operatore di riferimento nel mercato dei servizi di welfare integrato e consente di diventare erogatore diretto di servizi alla persona, anche attraverso l’acquisizione di startup innovative, come avvenuto con Badacare. Per quest’ultima infatti il welfare “primario” riesce infatti a soddisfare solo una parte della crescente domanda di assistenza per anziani e minori – meno del 15% – e il 40% delle famiglie rinuncia a curarsi perché non riesce a sostenere i costi. Il carico di cura ricade quindi sui parenti più prossimi: In Italia i caregivers – le persone cioè che volontariamente si fanno carico della cura di un parente anziano o non auto-sufficiente – sono oltre 7 milioni e per uno su quattro di loro (il 25%) si tratta di un vero e proprio secondo lavoro, con più di 20 ore settimanali dedicate alla cura del proprio famigliare.

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