L’obbligatorietà dell’utilizzo del deposito telematico fu introdotta per la prima volta all’interno del nostro ordinamento giuridico con l’adozione, da parte del Legislatore, del d.l. n. 179/2012, convertito in L. n. 221/2012 che, all’art. 16-bis, modificato dall’art. 1, comma 19, L. n. 228/2012 ed entrato in vigore a decorrere dal 30 giugno 2014, enunciava che “salvo quanto previsto dal comma 5, a decorrere dal 30 giugno 2014 nei procedimenti civili, contenziosi o di volontaria giurisdizione, innanzi al tribunale, il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori delle parti precedentemente costituite ha luogo esclusivamente con modalità  telematiche, nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Allo stesso modo si procede per il deposito degli atti e dei documenti da parte dei soggetti nominati o delegati dall’autorità giudiziaria. Le parti provvedono, con le modalità di cui al presente comma. a depositare gli atti e i documenti provenienti dai soggetti da esse nominati”.

Il citato comma sanciva, dunque, l’utilizzo obbligatorio del deposito telematico in merito agli atti processuali e ai documenti da parte dei difensori delle parti già costituite, per tutti i procedimenti civili, siano essi di natura contenziosa o riconducibili alla volontaria giurisdizione. Il secondo comma dello stesso articolo, inoltre, ha ampliato il suddetto obbligo anche alla disciplina procedurale inerente all’istituto giuridico dell’espropriazione forzata e, precisamente, per il deposito della nota di iscrizione a ruolo alla quale, in maniera congiunta, dovevano essere depositati, sempre mediante modalità telematica, le copie conformi degli atti ex artt. 518, sesto comma, 543, quarto comma e 557, secondo comma, c.p.c.   ...

di BLB Studio Legale, Mario Benedetti, Antonino Guarino

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