NUOVA VIA DELLA SETA

DOPO LA FIRMA DEL MEMORANDUM OF UNDERSTANDING TRA ITALIA E CINA, SIGLATI ALTRI 29 ACCORDI

È stato firmato lo scorso 23 marzo il Memorandum of Understanding tra Italia e Cina, più noto come accordo sulla Nuova Via della Seta. Obiettivo dichiarato è quello di ampliare e rafforzare la cooperazione commerciale e politica sino-italiana.

L’intesa in parola costituisce un primo tassello di un più ampio disegno, il progetto OBOR (One Belt One Road), che Xi Jinping ha tracciato a partire dal 2013 per l’apertura di una via commerciale destinata a coinvolgere oltre il 65% della popolazione mondiale, in 68 Paesi, a loro volta produttori di più del 30% del PIL e detentori del 75% delle riserve energetiche note.

La realizzazione del progetto passa attraverso la necessaria intesa con tutti i vicini Stati europei. Pertanto, la Repubblica Popolare Cinese ha concluso accordi anche con costoro.  Tolto l’accordo del “gruppo dei 16 +1”, di cui sono parte 11 Stati europei, non esistono altri trattati multilaterali. Con la vicina Germania, in luglio, è stata adottata una dichiarazione congiunta, sempre politica e non vincolante, che si esplica in una dichiarazione di comunanza di vedute e valori su vari campi, fra cui quello del libero scambio, della politica estera, della pace e della sicurezza, del riconoscimento della rule of law in campo internazionale, della apertura delle gare d’appalto anche alle aziende della controparte, ed infine in ricerca e sviluppo. La Francia invece ha appena firmato 15 accordi commerciali bilaterali.

L’accordo quadro

Il Memorandum, che di per sé non è vincolante ma è anzi un documento diplomatico, fornisce la cornice giuridica di 29 accordi – questi sì vincolanti per i due Paesi – di cui 19 di carattere istituzionale e 10 partnership commerciali fra privati.

L’accordo quadro, dopo aver richiamato il dialogo precedente soprattutto fra Cina ed Unione europea, individua degli obiettivi, essenzialmente ascrivibili ad una maggiore e più stretta cooperazione, ad un rafforzamento della connettività fra regioni, lo sviluppo sostenibile, convergenza fra gli investimenti individuati nel Piano strategico per le reti trans-europee e quello a sua volta richiesti dal progetto della Nuova via della Seta.

A tal fine, i due Paesi disegnano un modello di cooperazione per aree, come segue: un impegno politico alla realizzazione del progetto, allo sviluppo e miglioramento dei trasporti all’insegna della sostenibilità, snellimento delle pratiche doganali, rimozione degli ostacoli al libero scambio, ma anche rilancio del digitale ed affidamento tramite gare di appalto, rispetto della proprietà intellettuale e rifiuto del protezionismo. Ampio spazio occupano l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Viene, infine, espressamente indicato che la cooperazione avverrà attraverso modalità di partecipazione di tipo pubblico-privato.

Gli accordi particolari

A seguito della conclusione dell’accordo quadro, gli Stati hanno messo a punto una serie di accordi tra Istituzioni, firmati dai rappresentanti dei rispettivi Governi. Fra questi spicca quello in materia di realizzazione della Via della Seta economica e della Via della Seta Marittima del XXI secolo. Seguono poi intese sull’export italiano, in materia di agrumi, carne bovina surgelata, carne suina, che definiscono le procedure di controllo, gli standard sanitari o fitologici, più in generale le pratiche doganali e le quarantene, accompagnati da un accordo che ha per oggetto l’eliminazione della doppia imposizione sui redditi, nonché la lotta all’evasione fiscale.

Siglate anche intese in ambito di ricerca scientifica, medico-sanitaria, promozione delle start-up innovative e tecnologiche, con anche una intesa fra agenzie spaziali per la cooperazione nella missione di esplorazione spaziale “China Seismo-Electromagnetic Satellite 02” (Cses-02).

Parte rilevante degli accordi è ruotata attorno alla promozione della fruizione, valorizzazione, diffusione della conoscenza dei siti iscritti alle liste UNESCO di ognuno dei due Paesi, con intese particolari sul gemellaggio Vino-Riso, tra il Comune di Verona e la città di Hangzhou, ma anche lotta al traffico illegale di reperti e beni culturali trafugati, difesa e salvaguardia del patrimonio culturale, restituzione al Popolo cinese di 796 reperti.

Concludono il blocco delle intese fra istituzioni quelle in campo media e televisione, fra RAI e China Media Group, Ansa e Xinhua, nonché, in materia politica, quella istitutiva di una piattaforma di dialogo continuato fra i Governi mediante vertici bilaterali inerenti alla politica estera.  

Gli accordi istituzionali sono stati seguiti da altri 10 di carattere privato. Spicca il partenariato strategico tra Cdp e Bank of China e fra quest’ultima ed Eni. Seguono intese per la collaborazione tecnologica in materia di turbine a Gas, per l’avanzamento tecnologico nonché la fornitura delle stesse, un memorandum of understanding tra Snam, Cdp, Silk Road Fund. Per concludere, accordi fra le autorità portuali italiane di Genova e Trieste e China Communications Construction Group, l’istituzione di una piattaforma integrata per la promozione dello stile di vita italiano in Cina ed un contratto per la realizzazione di un impianto siderurgico destinato a sorgere in Azerbaijan.

I rapporti politici e giuridici con l’Unione europea

Nel Memorandum of Understanding il Governo italiano richiama il rispetto del diritto europeo, che deve osservare anche quando stipula intese con paesi extraeuropei. Allo stesso modo vengono richiamate le determinazioni assunte in sede di conferenza EU-Cina, come quelle dell’agenda strategica per la connettività tra regioni.

Sebbene i singoli Stati sono stati lasciati liberi di negoziare gli accordi e di scegliere se firmarli, l’Unione Europea ha fatto pervenire una dichiarazione congiunta della Commissione e dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini (non immediatamente giuridicamente vincolante, per particolarmente autorevole che ne è la fonte), che individua dieci azioni concrete da intraprendere a livello comunitario. Questa analisi, datata 12 marzo, costituisce l’agenda politica europea in materia di relazioni con la Cina, e verte sul rispetto degli standard su diritti umani e clima, richiami alla controparte cinese sulla cessazione di politiche protezionistiche, aperture in materia di cooperazione per lo sviluppo e la sicurezza internazionali, promesse di emanazione di futuri provvedimenti in materia di distorsioni della concorrenza, attenzione e controllo al comparto sicurezza, telecomunicazioni, e altri asset strategici.