La Tax Cut Bill: nuovi incentivi fiscali alle imprese

La Tax Cut Bill – fortemente voluta dal presidente Donald Trump – rappresenta la riduzione fiscale più ingente degli ultimi trent’anni in America. La riforma ha infatti rivoluzionato il sistema fiscale, prevedendo forti sgravi per le imprese e le famiglie.

L’asse della riforma è la riduzione dell’aliquota – dal 35% al 21% - sulla tassazione degli utili delle imprese. Il testo approvato, prescrive inoltre imposte una tantum sul rimpatrio dei profitti accumulati all’estero da società americane, pari all’8% per attività non liquide e al 15,5% per attività liquide o contanti rispetto al 35% medio imposto a livello federale. Si stima che l’ammontare complessivo di capitali custodito offshore dalle big company statunitensi – da Apple a Microsoft - si aggiri intorno ai tremila miliardi di dollari; si capisce pertanto quanto la riduzione di venti o più punti percentuali di imposizione consenta un risparmio d’imposta per decine di miliardi di dollari. La sanatoria - offerta alle multinazionali fiscalmente residenti in USA – sulle attività depositate e le somme detenute all’estero, in violazione degli obblighi di dichiarazione, consente inoltre al governo USA di recuperare i debiti fiscali sui capitali offshore.

Con un tasso di disoccupazione ai minimi dal 2001, la riforma fiscale promette di dare un’ulteriore accelerata all’economia americana, già in forte crescita nell’ultimo trimestre 2017.

Alcune società americane, tra cui American Airlines, AT&T, Bank of America e Wells Fargo – all’indomani dell’approvazione della riforma fiscale - hanno annunciato un aumento dello stipendio minimo dei loro dipendenti da 9 a 15 dollari l’ora, oltre un bonus speciale di 1.000 dollari. In tal modo, le aziende perseguono l’obiettivo di incentivare la domanda, reinvestendo l’equivalente dei tagli fiscali per far ripartire l’offerta. Due effetti che non mancheranno, a breve, di sostenere la crescita economica americana.