SU LINKEDIN È GIANNI ORIGONI IL NUMERO UNO

Lo studio conta 6.409 follower. Seguono Jacobacci (4.158) e Portolano Cavallo (4.055). Ecco com’è percepito il mercato sul social network. Ma gli studi devono fare attenzione a cosa postano.

Leader di mercato e leader sui social network?

L’equazione non è scontata. Anzi. La popolarità di uno studio legale nella rete non è direttamente proporzionale al suo giro d’affari e tantomeno al numero di professionisti che ci lavorano. Per curiosità siamo andati a spulciare le statistiche relative al numero di follower che le pagine degli studi legali italiani hanno su Linkedin, ovvero sul social network che vede presenti, con una propria pagina istituzionale, il maggior numero di associazioni professionali. Un primato, rispetto a Facebook e Twitter, dovuto soprattutto al fatto di essere percepito come il meno ludico e più professionale tra le piattaforme di socializzazione virtuale presenti nel web.

L’esito di questa ricognizione (effettuata in data 18 novembre 2015) ha dato alcuni risultati prevedibili. E altri meno. Che sul primo gradino del podio ci potesse essere uno dei grandi studi nazionali era facilmente pronosticabile. Nello specifico, con 6.409 follower lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners è quello che si piazza al primo posto. Seguito, e qui cominciano le sorprese, da Jacobacci (4.158) e Portolano Cavallo (4.055). In particolare, nel caso dello studio Portolano Cavallo, parliamo di una boutique che conta appena 20 professionisti e che, come direbbero gli inglesi, ha un ratio tra avvocati e follower di 1 a 203. Un dato quasi dieci volte maggiore rispetto a quello del primo in classifica, per il quale abbiamo riscontrato un rapporto di 1 a 26, che evidenzia un network (o perlomeno un network virtuale) ben più ramificato.

E i vari BonelliErede, Chiomenti e Legance?

Le altre tre grandi insegne del mercato italiano risultano piuttosto distanziate. Anche se si tratta di una distanza dovuta, in parte, anche alla minore “anzianità” di presenza su Linkedin. La pagina (ri)strutturata più di recente è quella di BonelliErede che conta 3.340 follower. Mentre la svolta social di Chiomenti (tra i pochissimi a essere presente anche su Twitter e Facebook) risale a quasi due anni fa. Legance conta 1.466 follower. Mentre sono le boutique specialistiche (come dimostrato da Jacobacci e Portolano) quelle che sembrano riuscire ad attirare il maggior numero di contatti. Mondini Rusconi, per esempio, vanta 2.750 seguaci, To!oletto de Luca Tamajo ne ha 2.002, mentre Blb 2.500.

Tra gli studi che in certo qual modo potremmo definire “tradizionali” è Pedersoli l’insegna più forte su Linkedin con 2.078 follower, ben di più rispetto a realtà come d’Urso Gatti Pavesi Bianchi 244 o Lombardi Molinari Segni che ne ha 394.

 

LE QUATTRO REGOLE D’ORO

Il problema dell’aggiornamento, invece, è la nota dolente per molte delle identità social degli studi legali italiani. Creare una pagina su un social network è solo la prima parte del lavoro. Poi, questa va fatta vivere. Cosa tutt’altro che banale. Ci sono quattro regole d’oro che ogni social media manager raccomanda.

La prima è quella di postare contenuti dedicati allo specifico target di ogni singolo canale. Linkedin piace perché viene percepito come social più simile a un biglietto da visita. Asettico. Basato sulla condivisione di alcune informazioni di contatto e frequentato da un pubblico molto simile a quello dei professionisti che lavorano in uno studio legale. La stragrande maggioranza degli studi legali italiani non è presente su Facebook o su Twitter perché, banalmente, non sa cosa dire alle platee di questi due social.

La seconda regola è legata alla prima a doppio filo: a ogni pubblico bisogna rivolgersi con un linguaggio specifico. Per cui su Linkedin e su Facebook non si possono postare gli stessi interventi o meglio, non lo si può fare con lo stesso tono.

Terza regola, che vale per tutti e che abbiamo già sfiorato riguarda l’aggiornamento. L’ideale sarebbe postare qualcosa ogni giorno. Se non si riesce (a dispetto dello staff e dei consulenti di cui si dispone) quantomeno bisogna prendere l’impegno di postare qualcosa con una cadenza regolare: ogni due giorni, o tre o al massimo ogni settimana. Intervalli più lunghi funzionano male.

La quarta regola riguarda l’interazione. I social sono una finestra viva, attiva e quindi se qualcuno contatta lo studio con richieste o commenti è bene dare una risposta tempestiva che, tradotto in pratica, significa entro un’ora al massimo.

Ecco. Se si fa attenzione, si nota che di solito i profili Linkedin con il maggior numero di follower sono “compliant” con tutte queste regole.