Locazioni brevi: intermediari online sostituti di imposta per la cedolare secca al 21%

  • venerdì 12 maggio 2017

L’articolo 4 del decreto legge n. 50, denominato “Manovra correttiva 2017”, ha introdotto delle novità nella disciplina delle locazioni brevi, ovvero per i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a trenta giorni, stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di impresa, direttamente o attraverso soggetti che esercitano attività di intermediazione.

La nuova legge prevede che dal 1° giugno 2017 il locatore può decidere di optare per la cedolare secca con aliquota del 21% per i redditi derivanti dai contratti di locazione di breve durata. Inoltre, sono previsti degli obblighi per gli intermediari o portali di intermediazione, nel caso in cui i locatori si avvalessero del loro servizio. In particolare, l’intermediario dovrà:

·      trasmettere i dati dei contratti conclusi per suo tramite; nel caso in cui la trasmissione sia omessa, incompleta o infedele è prevista una sanzione pecuniaria che va da 250 a 2000 euro;

·      trattenere, qualora incassino i corrispettivi dei contratti di locazione, il 21% e versarlo direttamente nelle casse dello Stato. Tale trattenuta dovrà essere effettuata anche qualora il locatore non voglia optare per l’applicazione della cedolare secca, e in tal caso si considererà operata a titolo di acconto.

La vera novità della manovra è l’attribuzione agli intermediari del ruolo di sostituti di imposta. In realtà, è opportuno sottolineare come gli utenti-locatori dei portali online non siano obbligati ad utilizzare i servizi di pagamento previsti, ma, al contrario, possano legittimamente scegliere di ricevere direttamente il corrispettivo della locazione dai conduttori, così evitando la trattenuta da parte dell’intermediario.

Infine, un problema pratico che potrebbe svuotare di significato la nuova disciplina è il fatto che i maggiori portali di intermediazione online non hanno la loro sede fiscale in Italia, pertanto è difficile immaginare che società come Airbnb o Booking possano in concreto operare come sostituti d’imposta.