Legittimo suddividere il lavoro fra più lavoratori?

 La Corte di Cassazione, con sentenza n. 19185/16, ha statuito che sia legittimo per un datore di lavoro il licenziamento (per giustificato motivo oggettivo) di un proprio dipendente e la ridistribuzione dei compiti di quest'ultimo fra gli altri lavoratori per una maggiore efficienza dell'assetto organizzativo aziendale.

Per aversi un legittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, però, è bene notare che il nuovo assetto organizzativo (più efficiente) dell'azienda sia lo scopo da raggiungere che giustifichi, dunque, il licenziamento del dipendente: ciò significa che il riassetto organizzativo non debba rappresentare una mera conseguenza del licenziamento, bensì la ragione principale per la quale il lavoratore è stato licenziato.

Il motivo è semplice: se la distribuzione dei compiti del lavoratore licenziato agli altri lavoratori avvenisse esclusivamente in seguito al licenziamento, si potrebbe eccepire il fatto che in realtà il licenziamento sia stato disposto per motivi diversi da quelli legati ad una maggiore efficienza economica dell'azienda.

L'esclusiva assegnazione a un solo lavoratore di mansioni che possono essere proficuamente esser ridistribuite fra più lavoratori costituisce dunque, ai fini del licenziamento, giustificato motivo oggettivo.